Csoda: tíz év után újra jár a tolókocsiba kényszerült atlétanő

2010. december 25., 22:24

Il miracolo di Monique : l'atleta paraolimpica che ha ritrovato le gambe
Una giovane olandese di 26 anni recupera l'uso delle gambe dopo dieci anni di sedia a rotelle

SOGNI REALIZZATI

Il miracolo di Monique : l'atleta paraolimpica che ha ritrovato le gambe

Una giovane olandese di 26 anni recupera l'uso delle gambe dopo dieci anni di sedia a rotelle

Monique van der Vorst, in piedi, sulla pista d'atletica. Accanto alla sua vecchia compagna: la carrozzina
Monique van der Vorst, in piedi, sulla pista d'atletica. Accanto alla sua vecchia compagna: la carrozzina
MILANO - Monique van der Vorst aveva un sogno: vincere la Olimpiadi. Quelle per disabili, visto che un incidente le aveva fatto perdere l'uso della gambe appena adolescente.

La ragazza olandese, che oggi ha 26 anni, c'era andata vicina a Pechino, nel 2008, ma si era dovuta accontentare di due medaglie d'argento, per una manciata di centesimi. Da tempo aveva messo nel mirino Londra, e le Paraolimpiadi del 2012. Un sogno a cui ha dovuto rinunciare. Non per l'aggravarsi della malattia, però. Né per un'altra cattiva notizia, ma per uno di quegli eventi che persino per alcuni uomini di scienza non ha che un nome: miracolo. Monique ha ricominciato, lentamente, a riacquistare l'uso della gambe, poi a camminare. Adesso sogna di correre come quando era ragazzina, spensierata e felice. E accarezza un altro sogno «irrealizzabile»: quello di andare ai Giochi, ma come atleta «normalmente» abile.

Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe Monique van der Vorst, l'atleta disabile ritrova le gambe

DIECI ANNI DOPO - L'incidente che le tolse la possibilità di stare in piedi, di muoversi, di camminare avvenne dieci anni fa. In quei brutti giorni ha dovuto inventarsi un nuovo modo di vivere. Per scoprire, all'improvviso, di dover ricominciare tutto da capo. E non sta nella pelle. «A Natale non festeggerò in modo particolare - ha spiegato agli inviati dell'Ap che l'hanno intervistata, nella sua città, Amstelveen, poco lontana da Amsterdam - per me ogni giorno è Natale, non so pensare a un regalo più grande di quello che ho ricevuto». Adesso, ha messo in soffitta la handybike (una bici da corsa che si muove grazie alle braccia) e la speciale carrozzina da corsa che per quasi un decennio le hanno tenuto compagnia quasi ogni giorno, nei duri allenamenti a cui Monique si sottoponeva. Per lei, promettente giocatrice di hockey su prato, sportivissima e innamorata della vita, era stata una scelta naturale quella delle competizioni per diversamente abili: «non ho mai voluto arrendermi al destino».

OPERAZIONE SBAGLIATA - La sua odissea era cominciata con un fastidio all'anca, che gradualmente divenne un vero e proprio incubo: lussazioni continue e dolori. E alla fine la decisione di operarsi. Ma sotto i ferri del chirurgo accadde l'impoderabile: la gamba sinistra cominciò a dolere, a gonfiarsi, a rifiutarsi il movimento. «Inspiegabile», dicevano i dottori. Ma intanto, in meno di un anno, anche la gamba destra cominciò a soffrire degli stessi, terribili sintomi. Presto era diventato inutile chiedere spiegazioni ai medici, così Monique - paralizzata - cercò di darsi da fare per continuare a vivere come piaceva a lei: «Presto ero tornata indipendente, malgrado le gambe. Potevo muovermi, guidare, volare. E anche fare sport». Fino alle Olimpiadi di Pechino e ai continui allenamenti. E tra i tanti allenamenti uno in particolare, con un ciclista che la centra in pieno sulla sua handybike e la getta sull'asfalto. Brutta caduta, con un fremito che le corre lungo la gamba.

LA RINASCITA - Un brivido che fa riflettere Monique: «Se sento qualcosa, forse c'è ancora una possibilità». E così, lentamente, nasce in lei e si alimenta la fiamella della speranza, all'inizio fioca, poi sempre più sostenuta, alla fine brillante e intensa. La svolta avviene quando torna a «sentire» il piede destro: «Una sensazione unica, di rinascita». Poi torna la sensibilità anche in quello sinistro. Quindi, tante e tante ore di riabilitazione e la gioia di stare di nuovo in piedi, di fare gli scalini, di guardare negli occhi la persona con cui si sta parlando. «Anche il mio recupero, per i medici, è inspiegabile». Ma, stavolta, Monique piange di gioia di fronte alle zone d'ombra della scienza.

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